lunedì 11 settembre 2023

DIRITTI UMANI


 












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CASI CONCRETI






ERNIA DEL DISCO


Secondo la Medicina, in condizioni normali l’equilibrio fra i componenti dell’articolazione intervertebrale (anello fibroso, nucleo polposo, piatti cartilaginei e legamenti) è tale da non permettere la formazione di un’Ernia del disco

Prove eseguite con carichi crescenti hanno dimostrato, infatti, che si giunge ad una frattura vertebrale prima che all’erniazione del disco.

Perché l’ernia del disco si produca è quindi necessario che esistano fattori predisponenti, di natura degenerativa a carico dei mezzi di contenzione del nucleo (anello fibroso e piatti cartilaginei) mentre, d’altro canto, il nucleo deve essere ancora ben conservato per poter protrudere.

Molte ipotesi sono state fatte su questi fattori predisponenti (sforzi ripetuti, posture sbagliate, scoliosi, difetti morfologici congeniti come la spondilolistesi, alimentazione ecc.) ma nessuna è stata verificata scientificamente, tranne per il fattore traumatico della colonna vertebrale. In questo caso, come già detto, si frattura prima la vertebra e di conseguenza il disco.

Disco intervertebrale radice nervosa vertebra cervicale.JPG

Le 5 Leggi Biologiche, spiegano il fenomeno organico della degenerazione a carico dei mezzi di contenzione che origina l‘Ernia del disco.

Durante la fase simpaticotonica, del Processo Biologico diretto dal Cervello, avviene una necrosi del tessuto che compone l’anello fibroso, i piatti cartilaginei e il nucleo polposo. Durante la fase vagotonica l’anello fibroso inizia a ripararsi e, in questa fase di “debolezza” cede sotto la pressione del disco che si gonfia per ripararsi a sua volta (ernia).

La conflittualità biologica che determina questo Processo Biologico Sensato è dovuta alla svalutazione centrale dell’individuo (“non essere adeguato nel proprio ruolo”) . La localizzazione del Processo Biologico è relativa al tipo di svalutazione : “non sono all’altezza della situazione, abbasso il capo”  vertebre cervicali;

non riesco in questa responsabilità”  vertebre dorsali; 

non riesco ad essere adeguato come partner; non riesco a farmi intendere; non sono considerato”  vertebre lombari.

 

Elena, 51 anni, da febbraio 2012 soffre di dolore alla zona lombare e all’arto inferiore destro. Dopo un mese di riposo dal lavoro e di cure (analgesici, antinfiammatori ed infine cortisone), siccome il sintomo non scompare, in marzo viene sottoposta ad esame con Risonanza Magnetica. 

La diagnosi è la seguente.

“a livello L4-L5 :protrusione discale paramediana posteriore destra, impegna l'origine del forame di coniugazione omolaterale, riducendone l'ampiezza e determinando impronta sulla corrispondente radice emergente.

A livello L5-S1: esiti di emilaminectomia destra. Il disco intersomatico residuo protrude

moderatamente in sede mediana-paramediana posteriore destra determinando lieve impronta sul contorno ventrale del sacco durale e sulla corrispondente radice emergente omolaterale.”

Il Medico propone la visita neurochirurgica per valutare l’intervento chirurgico.

Elena, che ha già subito un intervento simile nel passato, prima di valutare questo intervento vuole sapere perchè le è venuta questa ernia al disco e si rivolge al sottoscritto per capire la sua “malattia” con le 5 Leggi Biologiche.

Nell’ottobre del 2010 suo figlio viene bocciato in quarta geometri e vuole interrompere la scuola per andare a lavorare. Elena si sente improvvisamente inadeguata nel farsi ascoltare dal figlio per farlo desistere dalla scelta. Il figlio fa di testa sua e va a lavorare. Elena rimane in “allarme” (fase simpaticotonica). Poi il figlio decide in ottobre 2011 di riprendere la scuola serale e, nel febbraio 2012, riporta degli ottimi risultati scolastici. Elena si rilassa e lascia andare ogni preoccupazione per il figlio . Comincia, così, la lombosciatalgia (fase vagotonica di riparazione).

Grazie a questa precisa verifica, Elena decide di aspettare la fine della riparazione, riguardandosi ed eseguendo alcuni esercizi chinesiterapici di scarico della colonna vertebrale per sopportare meglio questo fenomeno organico chiamato lombosciatalgia.

La fase vagotonica dura proporzionalmente alla fase simpaticotonica ed infatti Elena, alla fine del 2012, si è rimessa completamente senza ricorrere all’intervento chirurgico.




 

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CONSULENZA 5 LEGGI BIOLOGICHE



 





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